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La Juventus cambia dirigenza ma resta ferma sulla Superlega e Elkann non vende
La Juventus affronta le critiche dei piccoli azionisti e prevede nuovi cambiamenti nella dirigenza mentre continua il suo impegno per il futuro.
La Juventus ha recentemente vissuto una giornata intensa durante l’assemblea degli azionisti, un evento che ha messo in luce le tensioni esistenti tra la dirigenza e i piccoli azionisti. L’incontro ha visto i rappresentanti della società, tra cui il presidente Gianluca Ferrero e altri dirigenti, affrontare una serie di critiche riguardanti la gestione del club. Nonostante le difficoltà, la Juventus rimane determinata a proseguire il suo percorso, mantenendo saldi i legami con la sua tradizione e il suo futuro.
Il ruolo di Elkann e l’impossibilità di un cambio di proprietà
Una delle questioni centrali emerse durante l’assemblea è stata la posizione di John Elkann, che continua a manifestare un forte impegno nei confronti della Juventus. Contrariamente alle attese di alcuni, come Theter, Elkann ha ribadito la sua ferma intenzione di mantenere il controllo del club, impedendo qualsiasi tentativo di acquisizione. Anche se Ardoino potrebbe teoricamente raccogliere azioni fino al 35%, senza un’apertura alla vendita da parte dell’azionista di maggioranza, un cambio di proprietà risulta al momento impraticabile. Questo scenario rafforza la stabilità della società sotto la guida attuale, nonostante le critiche ricevute.
Critiche, cambiamenti dirigenziali e il futuro della Superlega
La tensione si è ulteriormente manifestata attraverso le critiche dei piccoli azionisti, che hanno espresso insoddisfazione per la gestione degli infortuni, le campagne acquisti poco efficaci e i tre allenatori ancora a libro paga. Nonostante le risposte dettagliate della dirigenza, non tutti si sono detti soddisfatti. La Juventus si prepara ad accogliere nuove figure dirigenziali, con Comolli nel ruolo di amministratore delegato e Ottolini come direttore sportivo. Inoltre, la decisione di non intraprendere cause legali, a differenza del Real Madrid, e di uscire dalla Superlega ha suscitato ulteriori critiche. Il presidente ha chiarito che il patteggiamento non va interpretato come un’ammissione di colpa, ma come una scelta di non difendersi ulteriormente. Questi sviluppi indicano una fase di transizione per il club, che continua a navigare tra sfide interne e pressioni esterne.