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L’ex calciatore attacca la Juventus: “Giusta l’espulsione di Kalulu…”

Pierre Kalulu

L’ex giocatore su Kalulu: “Giusta l’espulsione, ma punire anche chi simula”. Dibattito aperto su VAR e coerenza arbitrale dopo Juventus-Lazio.

L’espulsione di Pierre Kalulu durante Juventus-Lazio ha monopolizzato le discussioni a La Domenica Sportiva, dove Eraldo Pecci ha espresso un giudizio netto ma equilibrato sull’episodio. Il difensore bianconero è stato allontanato dal campo per un intervento scorretto, e Pecci non ha dubbi: “È giusta l’espulsione di Kalulu perché l’intenzione di colpire è come colpire e va punita”. Un’analisi che sottolinea l’importanza di sanzionare gesti pericolosi, indipendentemente dal contatto effettivo. Tuttavia, l’ex giocatore ha sollevato un tema altrettanto rilevante: la simulazione. Nel caso specifico, Valentin Castellanos, attaccante della Lazio, ha accentuato la caduta toccandosi il volto dopo un colpo sulla spalla, inducendo l’arbitro a una valutazione più severa. Pecci ha invocato maggiore attenzione verso chi “cerca di fregarti”, chiedendo punizioni anche per i simulatori. Questo episodio evidenzia una lacuna nel sistema arbitrale, dove la tecnologia VAR fatica a bilanciare la valutazione di gesti antisportivi.

Pierre Kalulu
Pierre Kalulu

Simulazioni, un problema irrisolto nel calcio moderno

Il tema della simulazione non è nuovo nel calcio, ma continua a dividere tifosi e addetti ai lavori. Castellanos, con la sua reazione esagerata, ha amplificato l’intervento di Kalulu, contribuendo alla decisione dell’arbitro. Pecci, con il suo commento, ha toccato un nervo scoperto: perché chi simula non riceve lo stesso rigore sanzionatorio riservato a chi commette un fallo? La simulazione, pur prevista dal regolamento, raramente viene punita con la stessa severità di un intervento scorretto. Questo squilibrio rischia di incentivare comportamenti scorretti, minando la credibilità del gioco. Il VAR, introdotto per garantire maggiore giustizia, sembra ancora lontano dal risolvere questa problematica, spesso concentrandosi solo sul fallo iniziale senza considerare il contesto. La proposta di Pecci, implicita ma chiara, è quella di un’applicazione più rigorosa delle regole, con ammonizioni sistematiche per chi cerca di ingannare l’arbitro.

Verso un calcio più equo: la sfida degli arbitri

La tecnologia offre strumenti preziosi, ma la discrezionalità arbitrale rimane centrale. Serve un cambio di mentalità: punire le simulazioni con la stessa fermezza dei falli pericolosi potrebbe disincentivare comportamenti antisportivi, rendendo il gioco più pulito. Inoltre, casi come questo alimentano il dibattito tra i tifosi, come dimostrato dalle reazioni sui social e nelle trasmissioni sportive, dove si chiede maggiore coerenza. La Juventus, già alle prese con una stagione complessa, paga il prezzo di un’espulsione che poteva essere gestita diversamente, ma il vero nodo rimane l’equità. Come sottolineato da Pecci, il calcio deve trovare un equilibrio tra la repressione dei gesti violenti e la lotta alle furbizie, per garantire che a vincere sia lo sport, non la polemica.


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