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L’ex calciatore senza tanti giri di parole alla Juventus: “Tudor? Io avrei preso Spalletti. Ma il vero problema è questo”
Orlando critica la Juventus: “Spalletti era l’uomo giusto, non Tudor”. Dubbi sulla squadra e sul progetto, mentre Comolli promette vittorie.
Massimo Orlando non ha peli sulla lingua. Ospite di TMW Radio, l’ex bianconero ha sparato a zero sulle scelte della Juventus, puntando il dito sulla decisione di affidare la panchina a Igor Tudor. “Spalletti sarebbe stato l’uomo giusto”, ha detto senza giri di parole, lodando l’ex tecnico del Napoli, che ha conquistato lo scudetto nel 2023. Per Orlando, il problema va oltre l’allenatore: la società sembra persa in un vortice di cambiamenti, con allenatori e dirigenti che si alternano senza risolvere il vero nodo. “Siamo al caos, parlano di nuovi manager, ma il campo è un disastro”, ha tuonato. Le sue parole arrivano come una scossa per una tifoseria inquieta, che guarda al Mondiale per Club con più dubbi che certezze. Orlando incarna il pensiero di chi chiede chiarezza e risultati, non solo proclami.
Comolli risponde: “Con Tudor per vincere”
In questo clima di tensione, il nuovo direttore generale Damien Comolli prova a calmare le acque. Nella sua prima uscita ufficiale, ha confermato Tudor come guida tecnica e annunciato due nuovi ingressi in dirigenza per dare solidità al progetto. “Vincere sarà la mia missione”, ha promesso, anticipando un mercato importante per rinforzare la squadra. Ma le critiche di Orlando pesano come macigni: la Juventus, dopo il pareggio opaco contro la Lazio, appare lontana dall’essere competitiva. L’ex giocatore non boccia Tudor, ma lascia intendere che il croato debba ancora guadagnarsi la fiducia di una piazza esigente. La scommessa di Comolli è ambiziosa, ma il rischio è che le parole restino solo belle intenzioni se i risultati non arrivano.
Il campo, il vero problema bianconero
Il cuore del discorso di Orlando è uno: la squadra non è all’altezza. “Cambiano tutti, ma i giocatori sono il problema”, ha ribadito, invitando la dirigenza a concentrarsi sulla rosa invece di inseguire rivoluzioni gestionali. La Juventus è a un bivio: da un lato, c’è l’entusiasmo per il nuovo corso; dall’altro, la paura di un’altra stagione senza trofei. Con il Mondiale per Club alle porte, servono innesti di qualità e un’identità di gioco chiara. Le parole di Orlando non sono solo una critica, ma un grido d’allarme per una società che deve ritrovare la sua grandezza. I tifosi, stanchi di promesse, aspettano risposte dal campo, dove la Juventus dovrà dimostrare di essere più di un cantiere aperto.