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L’ex capitano della Juventus non si ferma: “Allegri mi diceva: sei un incosciente. Aveva ragione”
Buffon al Salone del Libro racconta cadute e rinascite: aneddoti con Allegri, il superpotere del portiere e la resilienza che ha segnato la sua carriera.
Al Salone del Libro di Torino, Gianluigi Buffon ha incantato il pubblico presentando la sua autobiografia, Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi. L’ex portiere della Juventus e della Nazionale ha scelto un titolo che è una metafora della sua vita, dentro e fuori dal campo. “Essere protagonisti significa affrontare cadute e trovare la forza di rialzarsi”, ha spiegato Buffon, raccontando come il suo ruolo di portiere lo abbia forgiato, insegnandogli a gestire momenti di pressione e a trasformare le sconfitte in lezioni. Con la solita umiltà, ha confessato di rimanere stupito dall’affetto dei tifosi, anche oltre i confini italiani: “Ho solo fatto il mio lavoro, divertendomi e venendo pagato bene”. Un’icona che non si sente tale, ma che ha lasciato un segno indelebile nel calcio mondiale.
Allegri e l’incoscienza come forza
Tra gli aneddoti più curiosi emersi durante l’evento, Buffon ha ricordato il rapporto con Massimiliano Allegri, suo allenatore alla Juventus. “Te, Gigione, sei bellissimo perché vivi in un totale stato di incoscienza, ma questa è la tua forza”, gli ripeteva Allegri. Una frase che Buffon ha detto di custodire, riconoscendo che forse proprio questa spensieratezza lo ha reso unico. Ha poi condiviso un episodio legato a Carlo Mazzone, che dopo una partita contro il suo Brescia lo apostrofò con un “Oggi parevi Lazzaro, ti rialzavi sempre!”. Questi momenti, raccontati con il sorriso, mostrano il lato umano di un campione che ha saputo costruire legami profondi con allenatori e compagni, da Parma a Parigi, passando per i 19 anni in bianconero.
Un portiere, un superpotere
Buffon ha descritto il suo ruolo di portiere come un “superpotere”, capace di influenzare l’umore di migliaia di spettatori con una parata o un errore. “Nei minuti finali di una partita, senti la suspense e il boato della folla: è qualcosa di unico”, ha detto, sottolineando come il calcio sia un’esperienza collettiva che va oltre il rettangolo verde. Ha poi ricordato l’esperienza in Africa, dove giocò una partita senza scarpe, invitato dal suo idolo Thomas N’Kono. Con il suo libro, Buffon non celebra solo i trionfi, come il Mondiale 2006, ma invita a riflettere sulla resilienza, un messaggio universale che risuona con chiunque affronti le sfide della vita.