L’ex Juventus sgancia la notizia: “La dirigenza si riunisca, perché non chiamare Del Piero”

L’ex centrocampista sulla Juventus: “Bicchiere mezzo pieno col Bologna, ma manca cattiveria. Serve un’identità forte con figure come Chiellini o Del Piero”.

Alessio Tacchinardi, bandiera bianconera, non usa giri di parole nel commentare il pareggio della Juventus contro il Bologna, analizzato nel suo TikiTacco su YouTube per IlBiancoNero. “Campo tosto, il Bologna ha gamba e un grande allenatore. Anche l’Inter ci ha lasciato le penne”, ha detto, riconoscendo il valore dell’avversario. Tuttavia, l’ex centrocampista vede spiragli di luce: “Primo tempo da grande squadra, potevamo chiuderla”. A pesare, però, sono state l’assenza di Yildiz, Gatti e Vlahovic che hanno frenato la Juventus. “Ci vuole più cattiveria sotto porta, nei 30 metri finali”, ha aggiunto Tacchinardi, sottolineando come il pareggio non sia un dramma, ma un’occasione persa per una squadra che deve ancora trovare continuità.

Attacco leggero e cali di ritmo: i nodi da sciogliere

Il discorso si sposta sulla rosa e sulle scelte estive: “Davanti siamo leggerini, è una questione di mercato”, ha sentenziato Tacchinardi. La Juventus, secondo lui, paga la mancanza di peso offensivo e un approccio non sempre costante. “Se non tieni il ritmo alto per 90 minuti, con squadre organizzate come il Bologna rischi grosso”, ha spiegato, puntando il dito sui cali di concentrazione nella ripresa. Per l’ex bianconero, serve un cambio di marcia mentale e fisico: la squadra di Tudor deve imparare a gestire le partite con più autorità, evitando di lasciare punti per strada contro avversari alla portata.

Un appello alla dirigenza: “Servono figure alla Chiellini”

Tacchinardi chiude con un invito alla società: “Si riuniscano, anche senza Giuntoli, e facciano il punto: siamo soddisfatti?”. La sua proposta è chiara: servono figure carismatiche come Chiellini o Del Piero per trasmettere il DNA juventino. “Un tramite tra squadra e dirigenza, qualcuno che incarni lo spirito bianconero”, ha concluso, auspicando un ritorno a quell’identità vincente che, per ora, sembra ancora un obiettivo lontano.