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L’ex portiere della Juve non dimentica: “Faccio fatica a trovare le parole”
L’estremo difensore ricorda l’Heysel a 40 anni: un omaggio alle 39 vittime per non dimenticare una tragedia che segna il calcio.
Quarant’anni fa, il 29 maggio 1985, la tragedia dell’Heysel sconvolse il calcio mondiale, lasciando 39 famiglie in lutto. Gianluigi Buffon, leggenda della Juventus, ha scelto i social per commemorare le vittime, con un messaggio che vibra di commozione: “Non trovo parole per descrivere una tragedia così assurda e inaccettabile”. Il post, rilanciato da JuventusNews24 e accompagnato da un’immagine simbolica, è un grido silenzioso per non dimenticare. Buffon, oggi capo delegazione della Nazionale italiana, non era in campo quella notte, ma il peso dell’Heysel lo porta dentro come simbolo bianconero. Il suo ricordo è un impegno a onorare chi non c’è più, un gesto che scalda il cuore dei tifosi e tiene viva una memoria che non deve sbiadire.
La Nazionale e il tributo: l’Heysel è di tutti
Lo scorso novembre, durante Belgio-Italia, Buffon aveva già reso omaggio alle vittime dell’Heysel, posando tre mazzi di fiori davanti alla lapide dello stadio di Bruxelles, insieme al ct Luciano Spalletti. Un momento raccolto, riportato da JuventusNews24, che ha visto la Nazionale unirsi in un gesto di rispetto. “Quella notte è una cicatrice per il calcio”, ha detto Buffon, sottolineando come l’Heysel non sia solo una ferita juventina, ma una lezione per chiunque creda nello sport. L’immagine di quel tributo ha fatto il giro del web, toccando i tifosi e ricordando a tutti che il calcio deve essere fratellanza, non violenza. È un messaggio che va oltre i confini di una squadra, un abbraccio collettivo a chi ha perso tutto.
Juventus, Marchisio e la memoria che resiste
La finale di Coppa dei Campioni del 1985, Juventus-Liverpool, è un ricordo amaro che ancora brucia. Anche Claudio Marchisio, altro pilastro bianconero, si è unito al coro con un post social, eco del sentimento di Buffon. Le loro parole hanno riacceso l’emozione tra i tifosi che vedono in questi campioni il volto di una Juventus che non dimentica. A 40 anni da quella tragedia, il club continua a portare il peso di quelle 39 vite spezzate, trasformando il dolore in un impegno per un calcio più umano. Il ricordo dell’Heysel, grazie a gesti come quelli di Buffon e Marchisio, resta un monito vivo, un invito a costruire un futuro in cui lo sport sia solo gioia e mai lutto.