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John Elkann rifiuta l’offerta di Tether per la Juventus e il titolo in Borsa sale del 20%

Vista aerea dell'Allianz Stadium di Torino

Analisi dettagliata delle recenti dinamiche tra Tether e Juventus: il significato e le implicazioni dell’offerta da 1,1 miliardi di euro.

La Juventus, uno dei club più iconici del calcio italiano, è recentemente finita sotto i riflettori a causa di un’offerta di acquisizione da parte di Tether, società nota per la sua presenza nel settore delle criptovalute. L’offerta, del valore di 1,1 miliardi di euro, ha suscitato dibattiti e analisi approfondite, poiché coinvolge non solo aspetti economici, ma anche emotivi e identitari. La proprietà della Juventus, rappresentata da John Elkann e dalla famiglia Agnelli-Elkann, ha risposto con fermezza, evidenziando l’importanza di preservare i valori e la storia del club.

La risposta decisa della famiglia Agnelli-Elkann e l’impatto sul mercato azionario

La reazione all’offerta di Tether non si è fatta attendere. John Elkann ha ribadito che la Juventus non è in vendita, sottolineando l’importanza di mantenere il club all’interno della famiglia. Questa decisione è stata accolta positivamente dal mercato, con il titolo della Juventus che ha registrato un incremento superiore al 20% in borsa. Secondo l’esperto di finanza Ludovico Munafò, l’offerta di Tether è stata interpretata da alcuni come una sorpresa, mentre altri l’hanno vista come insufficiente rispetto al reale valore del club. Munafò ha dichiarato a TuttoJuve: “L’offerta da 1,1 miliardi di euro è stata percepita da alcuni come shock, da altri come attesa e da altri ancora come sottostimata rispetto al reale valore del club”.

Il peso strategico della Juventus per Exor e la sfida di Tether

La Juventus rappresenta per Exor un asset di valore strategico ed emozionale. La famiglia Agnelli-Elkann considera il club non solo un investimento finanziario, ma un patrimonio identitario, simile a quello della Ferrari. Tether, dal canto suo, ha cercato di incrementare la propria influenza acquisendo una quota significativa del capitale, ma si trova a fronteggiare una disparità nel potere decisionale rispetto a Exor. Mentre Exor detiene il 65,4% del capitale e circa il 79% dei diritti di voto, Tether possiede l’11,5% del capitale, ma solo il 7% dei diritti di voto. L’obiettivo di Tether non è solo economico: la società punta a ottenere maggiore spazio decisionale nel consiglio di amministrazione, cercando un’alleanza con i piccoli azionisti per esercitare pressione su Exor. Tuttavia, la solidità finanziaria di Tether è stata messa in discussione in passato, anche se la società ha rassicurato sul fatto che i fondi utilizzati derivano da risorse proprie, ancorate a beni tangibili come dollari e metalli preziosi.


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