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“Juve fuori dalla Champions”: sentenza prima del match

Tudor Juventus

Sentenza per la Juventus prima dello scontro col Venezia, le parole gelano i tifosi e la società, fuori dalla Champions.

Certe stagioni iniziano con i migliori propositi, con la sensazione netta di aver finalmente imboccato la strada giusta.

E in effetti, per molti tifosi bianconeri, quest’anno doveva essere l’inizio di una nuova era. Con Thiago Motta in panchina, la Juventus aveva scelto di voltare pagina, affidandosi a un’idea di gioco diversa, moderna, propositiva.

Decretato il fallimento per la Juventus

Un’idea che, almeno sulla carta, sembrava perfettamente in linea con le ambizioni della società e con la voglia di riscatto di una tifoseria reduce da troppi alti e bassi. Però, come spesso accade nel calcio, tra il dire e il fare c’è di mezzo una stagione.

Infatti, il percorso della Juve ha preso presto una piega complicata. I risultati non arrivavano, le prestazioni lasciavano a desiderare, e le aspettative sono diventate pressione. E quando la pressione sale e i punti non arrivano, anche il progetto più affascinante rischia di franare. Così, a un certo punto, è arrivata la scelta drastica: esonero per Motta, dentro Igor Tudor nel tentativo di salvare il salvabile. Ma a quel punto, era già troppo tardi per raddrizzare una barca che imbarcava acqua da mesi.

Oggi la Juventus si ritrova in una situazione paradossale. Ha ancora una partita da giocare, una trasferta a Venezia che potrebbe, in teoria, garantire la qualificazione aritmetica alla prossima Champions League. Però, c’è un “però” che pesa come un macigno: il giudizio esterno, la percezione, il senso di una stagione completamente fallita, nonostante i numeri dicano che l’obiettivo è ancora lì, a portata di mano. E questo giudizio è arrivato, secco e diretto, da chi conosce bene il calcio italiano.

Kenan Yildiz
Bocciata la stagione della Juventus a l di là del risultato contro il Venezia (notiziejuventus.it)

Massimo Brambati, ex calciatore e oggi opinionista, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio e ha pronunciato parole che suonano come una sentenza anticipata: “Per quello che è stato il percorso, che in Champions vadano Bologna, Lazio o Roma. La Juve ha speso tanto, facendo diverse brutte figure. La Roma ha capito i suoi errori e si è buttata su Ranieri. Il Bologna mi è piaciuto, bravo Italiano e si è meritato di sollevare un trofeo”.

Senza ombra di dubbio, queste dichiarazioni riflettono il pensiero di una larga fetta di addetti ai lavori. Non si tratta solo di classifica o di aritmetica, ma di credibilità, di coerenza, di meritocrazia. La Juventus, in questa stagione, ha mostrato più volte il volto di una squadra in confusione, incapace di imporsi nei momenti chiave e troppo spesso dominata dagli avversari. Il cambio in panchina non ha prodotto l’effetto sperato, e il gioco espresso è rimasto lontano anni luce da quello delle rivali più in forma.

Ora, paradossalmente, il problema non è più conquistare il quarto posto. Il problema è capire cosa farne. Perché se anche dovesse arrivare l’accesso alla Champions, la sensazione è che non ci sia nulla da festeggiare. E in fondo, quando un club con la storia della Juventus si riduce a giocarsi tutto all’ultima giornata contro il Venezia, con la consapevolezza che nessuno la vede più come la favorita, allora forse la sconfitta non è nel punteggio, ma nello spirito.


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