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Juventus, Giuntoli: “Piano B a Motta? Non dico il nome, ma…”

Cristiano Giuntoli

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Cristiano Giuntoli ha parlato della Juventus, del mercato e degli obiettivi futuri del club.

La Juventus si trova in un momento di grande trasformazione, con l’obiettivo di tornare ai vertici del calcio europeo attraverso una gestione finanziaria più oculata e un progetto sportivo ambizioso. Cristiano Giuntoli, Managing Director Football della Juventus, ha spiegato le strategie del club in una recente intervista, toccando vari aspetti del suo lavoro e della direzione intrapresa.

La gestione finanziaria e la strategia di mercato

Giuntoli ha descritto la nuova filosofia economica della Juventus, focalizzata su un ridimensionamento degli ingaggi e un abbassamento dell’età media della rosa. “Non c’è nessun trucco”, ha detto. “Bisogna solo fare i conti, e tener presente la prospettiva di cinque anni. Prima potevi avere un giocatore, faccio un esempio, che guadagnava tredici milioni di euro lordi, ora ne hai uno che hai pagato 10 milioni ma che di stipendio pesa meno di un quinto: alla fine, tra ingaggio e ammortamento, risparmi oltre 30 milioni di euro. E così via, per tante operazioni fatte quest’anno”.

L’obiettivo principale della società è chiaro: “Dovevamo abbassare il monte ingaggi e l’età media della rosa. E l’abbiamo fatto”. Questo percorso di razionalizzazione è stato studiato per garantire sostenibilità economica, senza compromettere la competitività della squadra. Giuntoli è convinto che la Juventus stia costruendo “mattone dopo mattone il nostro percorso. Siamo fra le squadre più giovani del campionato e abbiamo un progetto importante”.

Cristiano Giuntoli
Cristiano Giuntoli

Il peso della tradizione e la gestione delle emozioni

Giuntoli ha parlato anche della pressione e della responsabilità di lavorare in un club storico come la Juventus: “Qui ce n’è di più. Ma più che di pressione parlerei di senso di responsabilità. Questo è quello che ho avvertito appena arrivato. La consapevolezza di essere in un club che ha fatto la storia, e di avere sulle spalle il peso di una mission importante”. Nonostante l’emotività che si prova entrando in luoghi iconici, Giuntoli mantiene sempre un approccio razionale: “Non amo far trasparire le mie emozioni, anche la pressione è qualcosa che sento dentro, fuori prevale la lucidità, la serenità del manager che deve sempre prendere decisioni di testa e mai di pancia”. Giuntoli descrive il suo ingresso al J-Museum come un momento speciale: “Mi emoziona, sempre. Penso al mio babbo, mi rendo conto di dove sono e mi passano per la mente le immagini della Juve che sognavo da bambino”. Quando gli viene chiesto chi fossero i suoi idoli da bambino, risponde senza esitazione: “Zoff, Cabrini, Scirea… Causio, che è stato un fuoriclasse. E Furino, la mia epoca da tifoso”.

Le scelte tecniche: fiuto e dati

Sul fronte delle scelte tecniche, Giuntoli crede nell’importanza di un approccio bilanciato tra dati statistici ed emozione. “I numeri rappresentano lo storico di un giocatore, ma ho bisogno di sentire l’emozione, di vederlo e capire cosa mi trasmette. Ed è una valutazione imprescindibile alla quale associ tutti i dati che vuoi, ma senza il sentiment non ho il quadro completo della situazione. Ma c’è sempre un margine di rischio quando prendi un calciatore”. L’emozione gioca un ruolo fondamentale nelle sue valutazioni, e sebbene i dati siano importanti, non bastano da soli a definire il profilo di un giocatore.

Rapporto con allenatori e decisioni di mercato

Giuntoli ha anche parlato della scelta di Thiago Motta come allenatore e delle dinamiche che l’hanno accompagnata: “È evidente che con il Bologna aveva fatto così bene che non eravamo gli unici ad avere gli occhi su di lui, ne eravamo consapevoli e abbiamo giocato le nostre carte, sposando evidentemente in toto il suo progetto di calcio”. Pur avendo un piano alternativo, Giuntoli ha preferito non rivelare il nome dell’altro allenatore: “Non dico il nome, ma è un allenatore straniero che esercitava ed esercita ancora in Europa”.

Parlando dei giocatori, Giuntoli spiega cosa rende speciali Koopmeiners: “Anche questa è stata una trattativa difficile. È speciale nelle giocate, nella tecnica. Un calciatore a testa alta, sa sempre dov’è la palla, sa a chi darla. È uno tosto”. Riguardo a Thiago, aggiunge: “Ha avuto un grande impatto all’interno della Juve. Modi gentili, carini, con tutti. Lui è un predestinato, molto empatico con la squadra. Ha grandissima personalità. Dà tutto, vive per questo lavoro”.

Thiago Motta
Thiago Motta

Riguardo ai rimpianti, Giuntoli ha citato il caso di Calafiori: “È un rimpianto per tutto il calcio italiano, non della Juventus. Bisogna interrogarsi sul fatto di non aver avuto la forza di tenere in Italia un giocatore della sua portata”. Parlando di Vlahovic, Giuntoli ha spiegato che il suo rinnovo non rappresenta un problema, anzi, è un obiettivo: “Un giocatore che vale tanto e guadagna tanto per noi rappresenta un patrimonio”.

La nuova Juventus e le sfide future

La conversazione si sposta poi sulla fase di cambiamento che la Juventus sta vivendo: “Abbiamo cambiato tanto, e quando lo fai rischi sempre. Abbiamo modificato completamente il modo di pensare calcio, partiti da zero. Non sappiamo ancora quello che possiamo fare, siamo alla scoperta di noi stessi”. Il club sta sperimentando nuove strade, con un mix di curiosità e ambizione. Giuntoli ha parlato con sincerità anche della gestione di casi complessi come quello di Chiesa e McKennie, sottolineando l’importanza della chiarezza nelle trattative: “Con la chiarezza e la semplicità, con il giocatore e il suo entourage siamo stati sempre molto onesti, tutti insieme abbiamo cercato la soluzione più giusta per il giocatore, che è molto forte e gli auguriamo tutto il bene possibile. McKennie? Lui aveva un problema di rinnovo, ma non è mai stato fuori dal progetto”.

Giuntoli: “Allegri? Di questo non parlo”

Giuntoli ha concluso discutendo sulla gestione delle verità nel calcio: “Non dico bugie, ometto. Ma in ogni caso, sono bugie bianche. Le dico, ma ne subisco anche. Quando un calciatore ha già deciso di andare altrove e lo nasconde, e me ne accorgo, fingo di credere a quel che dice. Lo capisco”. Sulla questione Di Gregorio con Galliani, chiarisce: “Giuro, ci eravamo visti per altro. Anche!”. Tuttavia, sul rapporto con Allegri preferisce non esprimersi: “Mi spiace, di questo non parlo”.

Infine, riguardo al dilemma tra risultato e bel gioco, Giuntoli conclude: “Dico equilibrio e comando del gioco, quello che mi piace di questa Juve. La squadra forte deve saper fare tutto”.