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Juventus, il caso Vlahovic: perché non segna più?
Dusan Vlahovic si trova nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane, il serbo sembra aver smarrito la via del gol: ecco spiegati i motivi.
Dusan Vlahovic è uno dei principali attaccanti della Serie A, grazie a una combinazione di tecnica, potenza fisica e fiuto per il gol. Tuttavia, le sue prestazioni in campo presentano una curiosa variabilità a seconda del mese in cui gioca. Questo fenomeno offre uno spunto interessante per analizzare il rendimento dell’attaccante serbo e comprendere meglio le sue dinamiche di gioco nel corso della stagione.
Il mese d’oro e il mese nero
Agosto si conferma come il mese in cui Vlahovic dà il meglio di sé, registrando una media di 0.75 gol a partita. Con nove reti in dodici presenze, il serbo si distingue per l’efficacia sotto porta e per la capacità di capitalizzare le occasioni, contribuendo in modo significativo alle sorti delle sue squadre. Questo rendimento eccezionale inizia spesso la stagione con il piede giusto, consolidando la sua reputazione di attaccante letale.
Contrariamente ai successi di agosto, settembre rappresenta un periodo difficile per Vlahovic, con un calo evidente delle sue prestazioni offensive. In questo mese, l’attaccante ha segnato solo cinque gol in diciotto partite, per una media di 0.28 gol a partita, la peggiore tra i mesi in cui è andato a segno. La ragione di questa flessione potrebbe essere legata semplicemente a una difficoltà di riprendere il ritmo dopo la pausa nazionali. Settembre, dunque, si rivela un mese di transizione in cui il serbo fatica a mantenere l’efficacia offensiva mostrata all’inizio del campionato.
Le avversarie più ostiche: Roma e Napoli
Vlahovic ha incontrato particolari difficoltà contro alcune squadre, tra cui la Roma e il Napoli. Contro i giallorossi, il suo rendimento è particolarmente modesto, con un solo gol segnato in 759 minuti di gioco, che rappresenta una delle sue peggiori performance contro avversarie abituali. Anche contro il Napoli, il serbo ha trovato la rete solo una volta in 516 minuti di gioco.
L’analisi del rendimento di Dusan Vlahovic evidenzia un giocatore dalle prestazioni altalenanti, con picchi di rendimento straordinari alternati a cali significativi. Questa variabilità rappresenta una sfida sia per l’attaccante che per i suoi allenatori, che devono trovare il modo di sfruttare al meglio il suo potenziale durante l’intera stagione.