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Come giocherebbe la Juventus di Spalletti: la formazione

Analisi dettagliata della Juventus allenata da Luciano Spalletti, con modulo, tattica, punti di forza e debolezze della rosa attuale.
Nel contesto calcistico moderno, spesso si assiste a cambiamenti tattici drastici al passaggio da un allenatore all’altro. Con l’eventuale arrivo di Luciano Spalletti, emergerebbe l’idea di una Juventus che vuole tornare a dominare il possesso palla, puntando su una fase difensiva solida e transizioni rapide. Prima di entrare nei dettagli, è utile considerare le qualità attuali della rosa, tra esperienza, giovani in crescita e qualche lacuna di reparto.
Gradualmente, si può ipotizzare un modulo base: il 4‑2‑3‑1, sistema che Spalletti ha già dimostrato di prediligere per garantire copertura difensiva da un lato e inventiva offensiva dall’altro. Lo schermo davanti alla difesa, affidato a centrocampisti metodisti, diventa una garanzia nel filtro delle azioni avversarie e nella circolazione del pallone.

Il sistema di gioco
Nel 4‑2‑3‑1, i due mediani agiscono in sinergia: uno funge da regista basso, l’altro da mezzala offrendo inserimenti. Sugli esterni, troviamo giocatori rapidi capaci di puntare l’uno contro uno e crossare o accentrarsi. Il trequartista, posto dietro la prima punta, ha il compito di collegare i reparti e creare superiorità numerica. Infine, l’unica punta agisce da riferimento fisico e letale in area di rigore.
I plus e i limiti
Il vantaggio principale sarebbe il possesso palla costante, costruito fin dalla difesa con passaggi corti e dinamismo. La struttura 4-2-3-1 garantisce ritmo, flessibilità e copertura. Inoltre, i giocatori giovani avrebbero modo di offrire spensieratezza, mentre i veterani infonderebbero esperienza nei momenti topici. Tuttavia, due elementi rimangono critici: l’assenza di una punta da 20 gol e una certa lentezza nei centrocampisti centrali, che potrebbe rendere vulnerabile la squadra in transizione avversaria.
Il colpo di scena tattico arriva alla fine: Spalletti, sotto pressione e spinto dal desiderio di scossoni, potrebbe variare il sistema scegliendo un 3‑4‑2‑1 nei big match (visto anche in nazionale). In questo scenario, la difesa a tre aggiunge solidità, i due esterni di centrocampo (a tutta fascia) alimentano le fasce e i due trequartisti supportano una punta centrale. Questo è il piano finale che potrebbe rivelarsi la vera svolta nella eventuale Juventus di Spalletti: garantire equilibrio tra difesa ermetica e attacco verticale, sfruttando al meglio le caratteristiche dei giovani e di acquisti volti all’attacco.
Con l’attuale rosa, la formazione sarebbe questa:
Di Gregorio; Kalulu (Alberto Costa), Gatti Bremer (Rugani, Kelly), Cambiaso (Cabal); Douglas Luiz, Thuram (Locatelli, McKennie); Conceicao (Nico Gonzalez), Koopmeiners (Adzic), Yildiz (Mbangula, Kostic); Kolo Muani (Vlahovic).
Ovviamente la squadra avrebbe bisogno di esterni, difensori centrali e un centrocampisti offensivi.
