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Svelato l’ultimo gesto di Giuntoli alla Juventus: il retroscena
Giuntoli saluta la Juve con classe: 27 telefonate personali ai giocatori, un gesto umano che lascia il segno dopo l’addio consensuale al club bianconero.
Un addio che non passa inosservato, lontano dai soliti comunicati ufficiali o dai messaggi formali. Cristiano Giuntoli, dopo aver chiuso il suo percorso come Managing Director Football della Juventus con una risoluzione consensuale martedì 3 giugno, ha scelto un modo speciale per salutare la squadra. Secondo quanto raccontato da Gazzetta.it, l’ex dirigente bianconero non si è accontentato di un’email o di un messaggio su Whatsapp, ma ha preso in mano il telefono per chiamare, uno per uno, tutti i 27 giocatori della rosa. Da Vasilije Adzic a Kenan Yildiz, passando per il capitano Manuel Locatelli, Gleison Bremer, Dusan Vlahovic e altri nomi come Teun Koopmeiners e Nico Gonzalez, Giuntoli ha voluto lasciare un’impronta personale. Un gesto che parla di rispetto e vicinanza, segno di un legame profondo costruito con la squadra in questi anni.
Un tour de force telefonico per dire grazie
Non è stato un compito semplice. Con i giocatori sparpagliati per il mondo, impegnati con le nazionali in Europa, Stati Uniti e Sudamerica, Giuntoli ha dovuto fare i conti con fusi orari diversi. Le sue 27 telefonate, spalmate in vari momenti della giornata, hanno richiesto circa due ore di tempo. Da Andrea Cambiaso a Federico Gatti, da Randal Kolo Muani a Weston McKennie e Timothy Weah, ogni giocatore ha ricevuto una chiamata personale, un momento di confronto diretto. Questo impegno, lontano dagli obblighi formali, racconta di un dirigente che ha sempre messo al centro il rapporto umano, oltre alle strategie di mercato e alle scelte tecniche che hanno caratterizzato il suo lavoro alla Juventus.
Un addio che lascia il segno
Il retroscena delle telefonate di Giuntoli aggiunge un capitolo emozionante alla sua avventura bianconera. Non si è trattato solo di chiudere un contratto, ma di congedarsi con classe, lasciando un ricordo positivo nei giocatori e, probabilmente, anche nei tifosi. In un calcio spesso dominato da dinamiche fredde e calcolate, questo gesto rappresenta un esempio raro di umanità e professionalità. Mentre la Juventus si prepara a un nuovo corso, le 27 chiamate di Giuntoli resteranno come un simbolo di dedizione, un modo per dire addio non solo a una squadra, ma a un gruppo di persone con cui ha condiviso un pezzo di strada.